“Il Business verde del futuro non sarà più chiamato verde,
sarà soltanto business”
Vijay Vaitheeswaran
L’attivismo e l’interesse per la sostenibilità si sono evoluti in quattro ondate principali.
La prima, a partire dal movimento verde degli anni Sessanta e Settanta, mentre la seconda ondata, negli anni Ottanta e Novanta, corrisponde alle catastrofi di Cernobil e della Union Carbide a Bhopaò. Questi eventi hanno rappresentato la scintilla che ha infiammato gli animi rispetto ai temi ambientali e che ha dato enfasi all’attivismo della società civile.
Negli anni Novanta, poi, la crescente intensità del processo di globalizzazione e i cosiddetti movimenti no global hanno generato una terza ondata di riflessione sul tema della sostenibilità, indirizzata al potenziamento di regolamenti internazionali, come il Protocollo di Kyoto e alla battaglia per una gestione più responsabile delle imprese.
Attualmente è in corso la quarta ondata: si tratta del primo vero movimento globale e inclusivo, in cui si incrociano l’attività delle ONG, l’innovazione d’impresa e il ruolo delle economie emergenti.
I propulsori di questa nuova ondata sono: il coinvolgimento degli azionisti, il boicottaggio da parte dei consumatori e altre forme di pressione, che hanno convinto le multinazionali ad abbracciare standard ambientali persino nei paesi in via di sviluppo, dove la legislazione è più cedevole o semplicemente inesistente.
In questa fase è necessario garantire che tecnologie sempre più efficienti e accessibili siano a disposizione dei paesi ricchi e di quelli poveri allo stesso modo. Già oggi i fondi privati d’investimento americani ed europei riversano 6 miliardi di dollari l’anno nel settore della tecnologia pulita e investitori istituzionali come fondi pensionistici e assicurativi e fondi sovrani costituiscono un bacino di capitali di gran lunga più ampio disposto a privilegiare le energie pulite.
Se un tempo, ad esempio, tra il sostegno pubblico e quello privato alla ricerca sulle fonti rinnovabili si estendeva il deserto, ora i due settori cooperano nella commercializzazione del rischio già nelle prime fasi di progetto.
La rivoluzione degli incentivi che è in atto, può portare soluzioni innovative a problemi che i leader mondiali non sarebbero mai in grado di affrontare in altro modo, ma è necessario che queste iniziative coinvolgano tutti gli stakeholder, sia del mondo pubblico che di quello privato.
Articolo tratto dal libro di Parag Khanna “Come si governa il mondo” edito da Fazi Editore.