LA MISURAZIONE DEL CAPITALE INTELLETTUALE

E’ ormai un fatto assodato che le risorse intangibili aziendali sono una fonte primaria di creazione di valore.
Il capitale intangibile, ovvero quella combinazione di elementi riconducibili alle abilità e alla capacità personali (capitale umano), alla “sapienza” e al know-how dell’organizzazione (capitale organizzativo) e alla qualità delle relazioni da parte dell’azienda con i propri stakeholder (capitale relazionale), nell’odierna economia della conoscenza giustifica il 75% del market value di una organizzazione (Blair 1995, Lev 2001, Kaplan e D.P.Norton 2004), a fronte di un 25% di valore rappresentato dagli asset tangibili.
Tuttavia, a fronte di una dimostrata importanza di questi elementi, si evidenzia come esista un profondo gap in merito al loro monitoraggio e rendicontazione.

“Ciò che non si misura non si gestisce” afferma un’antica massima aziendale che, applicata all’argomento intangibles, risulta tanto più vera quanto preoccupante. Infatti, se gli intangibili risultano una parte rilevante del valore dell’impresa riconosciuto dal mercato, esso è quello meno comunicato.
Si osservi il grafico seguente, tratto da un’indagine della società Ocean Tomo, società internazionale che offre servizi legati alla valutazione del Capitale Intellettuale.

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Il valore rappresentato dai tangibile asset costituisce solamente la base di un “iceberg di valore” molto più grande, la cui fetta più rilevante è costituita dagli intangibili e dal market premium, ovvero dal valore aggiunto che il mercato riconosce ai prodotti/servizi dell’impresa e all’impresa stessa, in funzione di certe particolari caratteristiche.

A confermare il forte gap di rendicontazione del capitale intellettuale è anche  la società Deloitte, la quale attraverso una ricerca del 2004 (In the Dark: what boards and executive dont’know about the health of their business) ha voluto indagare, intervistando 250 dirigenti e componenti del vertice aziendale:

  • l’efficacia delle strategie di monitoraggio dei principali indicatori finanziari e non finanziari del business aziendale (cosiddetti “vital signs”);
  • le modalità con cui gli strumenti di monitoraggio di tali assets vengono utilizzati per migliorare e reindirizzare i comportamenti dell’impresa;
  • l’individuazione delle barriere che rallentano o impediscono questi importantissimi flussi informativi.

I risultati della ricerca dimostrano che la maggior parte degli intervistati considera molto importante monitorare le performance non finanziare dell’impresa, unitamente a quelle finanziare, ma solamente il 34% dichiara che la propria impresa è eccellente o abile nel misurarle. Le tematiche indagate, con riferimento agli indicatori non finanziari sono state molteplici, a testimonianza che ogni area aziendale possiede una serie di elementi di valore intangibili da monitorare e quindi gestire efficacemente:

  • soddisfazione del cliente;
  • qualità prodotti/servizi;
  • performance operative;
  • qualità dei processi di governance e management;
  • innovazione;
  • forza del brand;
  • qualità delle relazioni con gli stakeholder aziendali;
  • impatto sulla società e sull’ambiente.

I principali ostacoli riscontrati nella misurazione degli intangible assets si riferiscono principalmente a:

  • mancanza di strumenti per analizzare i campi inerenti agli intangible assets e scarsa sofisticatezza dei Key Performance Indicator (KPI): dichiarati dal 59% degli intervistati
  • scetticismo che questa tipologia di misurazione possa creare un valore economico-finanziario per l’organizzazione: dichiarato dal 40% degli intervistati.

Infine la ricerca ha cercato di individuare i comportamenti delle imprese che eccellono nella rendicontazione delle proprie performance sia finanziarie che non finanziarie. Esse presentano tre importanti caratteristiche e convinzioni comuni:

  1. ritengono che misurare i propri intangible assets abbia un effetto sulla loro capacità di generare ritorni economici;
  2. hanno membri del consiglio di amministrazione o dirigenti che si sono informati sul tema;
  3. responsabilizzano i manager ad ottenere buone performance nelle aree aziendali sopra segnalate in cui si riscontra una elevata presenza di intangible assets, offrendo premi e ricompense per il raggiungimento di questi obiettivi.

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