Rendere trasparente il processo produttivo e commerciale dell’impresa e quindi il dove e come si arriva al prodotto finale garantendo standard socio-ambientali rigorosi da parte dei propri fornitori lungo tutta la filiera. E’ questa oggi la vera sfida per l’azienda eticamente all’avanguardia. Non a caso, come testimonia anche una recente indagine di Gfk Eurisko per Fondazione Sodalitas, il 76% degli italiani ritiene ormai molto importante che un’impresa garantisca la sostenibilità della propria filiera e oggi già un quarto dei consumatori sceglie quali prodotti acquistare anche in base all’eticità della filiera. Dal canto loro, oltre un terzo delle imprese considera molto importante la sostenibilità di filiera, in particolare le PMI e le aziende che operano sui mercati esteri, con il 60% di queste che valuta i fornitori anche in base a criteri di sostenibilità, spesso riconoscendo un premium price ai partner con maggiori garanzie.
Questo impegno assume un valore ancora più strategico per il nostro Made in Italy dove la sostenibilità può essere un asset di valore aggiunto per posizionarsi sui mercati internazionali. Basti pensare ai risvolti che le tematiche di CSR possono avere in alcuni comparti di punta come il tessile o l’alimentare parlando di sicurezza dei luoghi di lavoro e del prodotto; rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, garanzie di standard ambientali, fino al tema più recente dell’equità economica nel trattamento dei lavoratori stranieri operanti in Italia.
Al complesso rapporto tra responsabilità sociale d’impresa e filiera sostenibile è dedicato l’incontro di martedi 12 aprile organizzato a Bologna dal Csr Manager Network, l’Associazione che riunisce i responsabili delle politiche ambientali e sociali delle maggiori imprese italiane promossa da ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica di Milano) e ISVI (Istituto per i valori d’impresa). Obiettivo dell’iniziativa è approfondire che tipo di strategie ed interventi stanno sviluppando le imprese, a partire da una serie di best practice, e come indirizzarle verso un approccio quanto più possibile innovativo, rigoroso e strategico per misurare, monitorare e tenere sotto controllo in via preventiva la catena di fornitura e produzione. In questo senso diviene fondamentale un protagonismo nuovo e attivo dei propri stakeholder, a cominciare dalle ONG.
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