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Il Rating di Legalità: quali opportunità

Dall’8 aprile 2014 è entrato in vigore il decreto ministeriale attuativo (decreto 20 febbraio 2014, n.57),  con cui vengono individuate le modalità effettive per l’assegnazione del Rating di Legalità per le imprese, introdotto dall’art. 5-ter del d.l. 1/2012 (c.d. cresci-Italia).

Con l’introduzione dell’articolo 5-ter. e la predisposizione del Rating, viene data la possibilità alle aziende di essere riconosciute quali soggetti virtuosi, in base allo status giudiziario dei responsabili delle società, ai certificati antimafia, alla rete delle forniture e all’adozione di pratiche di responsabilità sociale d’impresa.

Tutte queste qualità devono essere tenute in conto all’atto dell’erogazione dei finanziamenti pubblici e del credito da parte delle banche, facendo sì che alle aziende virtuose venga riconosciuta una corsia preferenziale nell’acquisizione degli incarichi da parte delle amministrazioni pubbliche, e prefigurando il Rating quale fattore premiante in due momenti fondamentali e significativi nella vita di un’impresa: l’inserimento nel sistema dei finanziamenti pubblici e l’accesso al credito.

Concorrono a formare il Rating una serie di requisiti contenuti nel Regolamento elaborato dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato – AGCM, volti a tracciare il percorso di trasparenza e responsabilità professionale e personale delle imprese e dei rappresentati che ne fanno richiesta.

E’ l’AGCM ad attribuire il Rating alle imprese e, nel caso in cui un’organizzazione sia in possesso contemporaneo di tutti i requisiti previsti dal regolamento, questo dà diritto a vantaggi nella concessione di finanziamenti pubblici, quali preferenze o attribuzioni di punteggio aggiuntivo, come specificati dall’art. 3, comma 3, d.m. 57/2013.

Gli istituti bancari devono altresì valutare il possesso del rating da parte delle organizzazioni richiedenti credito, pur non essendo per ciò stesso costrette ad erogarlo, nonostante la mancata considerazione del rating per l’erogazione di credito produca la diffusione della relativa notizia dal momento che, in forza all’art. 5-ter, le banche sono tenute a trasmettere alla Banca d’Italia una relazione sui casi negativi.

Dal punto di vista della Responsabilità sociale d’impresa, l’introduzione di un Rating per le imprese che rispettano le leggi, sfuggono a comportamenti collusivi con la criminalità organizzata, denunciano tentativi di infiltrazione, rispecchia una nuova presa di coscienza sul tema anche da parte delle associazioni di categoria e sulla valorizzazione dell’aspetto etico dell’impresa, già anticipate nei cosiddetti protocolli di legalità e codici interni adottati da diverse istituzioni.

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