Il parlamento di Nuova Dheli ha varato una legge, il new Companies Act , che sostituisce un provvedimento precedente e dovrebbe porre rimedio alle molte problematicità collegate alla conduzione di un’impresa in India, conseguenza del Companies Act.
L’aspetto più interessante della nuova norma è il Corporate Responsibility Bill, che getta una luce sulla CSR, sancendo che le aziende che vorranno investire (o già investono) nel paese, e i cui profitti superano i 78 milioni di dollari l’anno, dovranno impiegare almeno il 2% di questa quota in progetti socialmente utili e si sviluppo del territorio. Il prezzo per la dissidenza rispetto è la corresponsione di multe salatissime e, in alcuni casi, il carcere.
Il governo indiano sostiene che la legge gioverà a quella grande parte di popolazione bisognosa, in un momento storico in cui il benessere delle aziende e di alcuni individui è aumentato esponenzialmente ma gli atti di filantropia rimangono pochi e una tale discrepanza crea risentimento nella grande parte della popolazione (secondo la Banca Mondiale, circa due indiani su tre vivono con meno di 2 dollari al giorno).
L’approvazione di questa norma rende l’India il primo paese al mondo ad imporre per legge un investimento in responsabilità sociale da parte delle aziende. Eppure sono state diverse le voci di dissidenza, prime fra tutti quelle dei CEO di numerose grandi imprese, i quali sostengono che la definizione ed il campo di applicazione della CSR in questa legge sono vaghi e non sufficientemente specificati.
Altri sostengono che l’Act sia un tentativo di violare la libertà di impresa e che devolvere una quota del profitto a progetti socialmente utili piuttosto che reinvestirla per l’espansione del business sia un passo indietro, considerato che l’imposizione della filantropia per legge equivale, appunto, ad un’interferenza della politica nelle operazioni aziendali e potrebbe nuocere alla fiducia degli investitori e, in ultima analisi, condurre alla corruzione.
D’altra parte, il varo dell’Act accade in un momento in cui l’economia è in stallo, il valore della rupia è in netto calo e gli investimenti stranieri hanno subito un calo del 37% in due anni.
Il tempo dirà se la nuova norma sortisce gli effetti sperati, ma è interessante sottolineare l’opinione di Wayne Visserm doccente di Sustainability leadership all’Università di Cambridge: “Ciò che importa di più è il modo in cui le aziende generano profitto, non quanto denaro viene devoluto in programmi sociali”. Se la legge diventerà una sorta di test a completamento, allora non ci saranno cambiamenti nelle modalità di conduzione del business, sarà davvero possibile asserire che il Sustainability Act ha avuto successo?
Credit: The Washington Post