Il valore degli Intangibili per uscire dalla crisi.

Il nostro Centro Studi, assieme ad Aiaf “Mission Intangibles®”, ha avviato un progetto di ricerca dedicato a portare alcune indicazioni sul valore della comunicazione degli asset intangibili da parte delle imprese, specialmente in questo periodo di crisi.
Il progetto prevede l’apporto scientifico di società di asset management ed advisory internazionali e si  concluderà con la pubblicazione di un quaderno AIAF.
Obiettivo della ricerca è quello di fornire un contributo concreto per stimolare l’analisi degli intangibles e di stimolare le imprese ad impegnarsi nei processi di implementazione, gestione e comunicazione degli asset intangibili.

L’idea di avviare un progetto di ricerca, di prossima pubblicazione in un quaderno AIAF della serie “Intangibles”, dedicato alla identificazione e valutazione degli asset immateriali in un periodo di crisi sistemica dei mercati finanziari, di molti modelli di business e dei sistemi di regolazione e controllo, deriva dalla constatazione che l’investimento in aziende che posseggono un ampio patrimonio intangibile, suddiviso in accordo con le più autorevoli fonti istituzionali ed una diffusa schematizzazione letteraria nelle tre dimensioni dal capitale umano, strutturale e relazionale, è uno dei temi più attuali e vivaci nel dibattito della moderna analisi aziendale e genera un costante aumento dell’attenzione anche da parte di investitori istituzionali, venture capitalist, gestori di fondi di private equity ed analisti finanziari.

Ogni società possiede/ha accesso a risorse intangibili che rientrano in tutte e tre le dimensioni ancorché spesso, a seconda del modello di business adottato e/o il proprio settore di attività, una può rivestire maggiore importanza rispetto alle altre due.
Da queste risorse dipendono la qualità dell’offerta, la soddisfazione dei clienti, l’innovazione, ma anche la profittabilità e la capacità di sfruttare le opportunità di mercato – in una parola la crescita e la competitività dell’azienda.

Ad un’indagine più attenta, tuttavia, si profila una realtà dei fatti ben diversa che costituisce quasi un paradosso al riconoscimento del suo valore, spesso inespresso nelle tradizionali forme di reporting.
Nel quadro che si profila, infatti, il contributo del Capitale Intellettuale al successo dell’azienda è definito vagamente, la gestione in molti casi tutt’altro che strategica e il suo reporting ancora tutto da definire.
Questo fenomeno può essere spiegato dal fatto che, da una parte, molte aziende non hanno una precisa strategia e temono di rilevare informazioni confidenziali sui loro vantaggi competitivi, dall’altra gli stessi investitori istituzionali ed i gestori di fondi di private equity, pur conoscendo tali tematiche, non percepiscono l’analisi degli asset intangibili come un reale fattore in grado di guidare in modo sostanziale le proprie decisioni di investimento.

Molteplici sono le proposte in letteratura e nella prassi, tutte peraltro accomunate dal preciso obiettivo di ampliare i confini informativi delle imprese, per ricomprendervi oltre alle risorse intangibili anche fattori interni – quali i sistemi di Corporate Governance – e fattori esterni a valenza strategica quali, ad esempio, l’attenzione agli impatti dei processi, dei prodotti e dei servizi sulle risorse naturali nell’ottica della salvaguardia del patrimonio ambientale e quelli inerenti alla sicurezza e salute sul lavoro, al rispetto dei diritti umani e alla partecipazione nella comunità di riferimento.
Qualora i rapporti fiduciari non vengano implementati e comunicati, le attività intangibili possono trasformarsi anche in passività intangibili (intangible liabilities), erodendo valore all’organizzazione in termini di maggiori e più elevati costi di transazione con i portatori di interesse, scarsa attrazione di investimenti e minore penetrazione dei prodotti/servizi sul mercato.
In questa particolare congiuntura economica di crisi tali eventi comportano una vera e propria svalutazione del valore di mercato delle imprese che in molti casi, a causa delle self fulfilling prophecies ed emotività, risulta inferiore al valore contabile delle stesse. Come può spiegarsi questo fenomeno? La gestione degli asset intangibili legati alla reputazione e alla creazione di fiducia negli stakeholder può in qualche modo arginare tale problematica?

Obiettivi della ricerca
Questo progetto di ricerca, che viene promosso da Aiaf “Mission Intangibles®” in collaborazione con il nostro Centro Studi, partendo dall’analisi della situazione attuale di crisi e considerando l’evoluzione e l’impatto degli asset intangibili nell’attuale contesto economicofinanziario, sia a livello di mercati, sia di singole aziende, è finalizzato a perseguire due prioritari obiettivi:

  • fornire un contributo concreto per stimolare gli investitori istituzionali, gestori di fondi di private equity, venture capitalist ed analisti finanziari a considerare l’analisi degli intangibles delle imprese come un’opportunità ed una nuova e potente leva per ampliare i rendimenti delle strategie di investimento, andando ad individuare tra tutti i fattori intangibili quali sono le ottimali combinazioni, proprie di ogni settore, alle quali è imputabile la generazione di extra rendimenti finanziari;
  • essere uno stimolo per le imprese ad impegnarsi nei processi di implementazione, gestione e comunicazione degli asset intangibili.

Infine, per conferire maggiore pragmaticità agli obiettivi dello studio, verrà presentata l’esperienza di
diverse società di asset management ed advisory specializzate nel selezionare, attraverso una
valutazione delle risorse intangibili, le aziende “Alpha Generator”.

Mission Intangibles® è un gruppo di lavoro di Aiaf (Associazione Italiana Analisti degli Finanziari),  il cui obiettivo è quello svolgere un ruolo di guida, motivazione e confronto critico delle analisi sui metodi di misurazione, valutazione e comunicazione degli assets intangibili e valorizzazione del capitale intellettuale.

Responsabile del gruppo è Andrea Gasperini – andreagasperini@tiscali.it

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