Aviva Investors, supportata dal PRI (Principi di investimento responsabile) delle Nazioni Unite ha annunciato l’intenzione da parte di un gruppo di investitori responsabili di scrivere ai vertici delle principali Borse mondiali per richiedere che negli obblighi normativi per la quotazione vengano integrati requisiti di sostenibilità. L’azione è promossa, da investitori che insieme gestiscono asset per 558 miliardi di dollari e nelle prossime settimane punta a raccogliere nuovi sostenitori in tutto il mondo.
Secondo Paul Abberley, CEO di Aviva Investors London, “integrare fattori ESG (ambientali, sociali e di governance) nelle strategie aziendali può accrescere il valore per gli azionisti. Inoltre le Borse possono giocare un ruolo fondamentale nell’aiutare a creare mercati più sostenibili a livello globale per la loro capacità di influenzare direttamente e monitorare le attività e strategie delle aziende desiderose di accedere ai mercati azionari”.
Secondo una ricerca svolta da Aviva Investors, a parte alcuni esempi virtuosi come le Borse di Singapore, Johannesburg e Istanbul, sulle pratiche di sostenibilità delle 30 principali Borse per capitalizzazione di mercato, emerge che al momento il 57% delle Borse non fornisce criteri sui requisiti di sostenibilità per le società che si vogliono quotare.
Dallo studio emerge, inoltre, che secondo il 70% circa degli intervistati, le Borse hanno il dovere di incoraggiare una maggiore responsabilità su temi legati alla sostenibilità e quasi tutti stanno pensando a nuove iniziative in questa direzione. Solo il 25% cambierebbe le regole di quotazione per obbligare le aziende a valutare quanto sia responsabile e sostenibile il proprio modello di business. Poco più del 10% chiederebbe alle aziende di mettere al voto le politiche di sostenibilità aziendale.
Intanto da Pechino arriva la notizia del lancio del primo indice basato su regole di sostenibilità ambientale e sociale.
Il nuovo indice, nato da un progetto di joint venture della Chinese Securities Index Company (CSI) con il gruppo di ricerca italiano ECPI, si chiamerà CSI ECPI China ESG 40 Equity Index e sarà composto da quaranta compagnie cinesi quotate in Borsa.