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La sostenibilità nel 2014: 3 domande per comprendere i trend globali

Augurando un caloroso bentornato ai nostri numerosi ed affezionate lettori, riapriamo la nostra sezione news con una panoramica sui trend globali della sostenibilità nel 2014. 

Se l’agenda di quest’anno sembra riguardare i passi avanti che necessariamente devono essere compiuti negli accordi e nelle negoziazioni relative al climate change e lo sviluppo sostenibile, è importante capire che questi strumenti non sempre sono sufficienti ad ottenere risultati sostenibili concreti; di ciò è un esempio il Protocollo di Kyoto. 

Per questo, è importante porre tre quesiti, utili a prevedere i progressi in campo di sostenibilità e di responsabilità sociale nei prossimi 12 mesi:

1) La creazione di valore nel lungo periodo verrà finalmente compresa dai mercati? In teoria, il circolo virtuoso che premia le imprese impegnate in un percorso di lungo periodo evitando l’esternalizzazione dei costi e la generazione di profitto facile dovrebbe essere sostenuto anche dagli investitori. Questi ultimi saranno spinti ad apprezzare sempre più la sostenibilità e la scelta di lungo periodo all’aumentare della diffusione della rendicontazione integrata e delle informazioni relative alla sostenibilità nelle comunicazioni obbligatorie d’azienda da parte delle organizzazioni. Nel 2014, queste pratiche virtuose dovrebbero continuare a crescere, convincendo sempre più investitori che anche la sostenibilità è, in realtà, un ottimo affare. 

2) I consumatori premieranno il consumo sostenibile? Nonostante il consumo sostenibile sia un argomento considerato sempre più importanti, le economie del vecchio continente continuano a basarsi sul modello consumeristico sprecando, ogni anno, quantità enormi di acqua, energia e cibo. Eppure, l’affacciarsi del nuovo anno ha portato con sé segnali incoraggianti: la sharing economy si sta diffondendo e, anche se le abitudini dei consumatori potrebbero impiegare molto tempo per mutare, le aziende dovrebbero cogliere questi segnali di cambiamento per rivoluzionare i business model in modo da generare sia profitto che aumento del valore del marchio. 

3) Alla luce delle tragedie successe, ci sono possibilità di riformare le catene di fornitura globali? Con le immagini del Rana Plaza ancora impresse nelle coscienze, è chiaro che, nonostante la diffusione dei codici di condotta, è necessario cambiare e migliorare le pratiche di approvvigionamento e migliorare le catene di fornitura globali in maniera sistemica, anche rafforzando il ruolo dei lavoratori e il loro coinvolgimento, per evitare il ripetersi di simili disastri. 

Cosa possiamo aspettarci

Per avere risposte concrete a queste domande, dovremo attendere la fine di quest’anno per tirare le somme. Eppure, i segnali sono incoraggianti e lasciano intravedere una maggiore diffusione dei diritti umani e maggiore impegno per la costruzione di un mondo più sostenibile. Il nostro augurio per quest’anno è che si giunga a un consenso, ma soprattutto ad un impegno, globale per lo sviluppo di politiche efficaci sullo sviluppo sostenibile e la lotta al climate change. 

 

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