Questo strumento legale, introdotto dal Decreto Legislativo 231/2001, è al centro di una serie di articoli che mirano a esplorare il suo impatto sulla responsabilità amministrativa delle entità legali e la Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI). Mentre il primo concetto tratta della responsabilità delle organizzazioni per certi crimini commessi dai suoi membri, il secondo amplia lo sguardo verso un dovere più esteso che include considerazioni sociali e ambientali.
La nostra indagine su questi temi evidenzia come il Modello 231 funga da ponte tra queste due aree di responsabilità.
Una visione del Modello 231
In una serie di tre articoli, esploreremo il Modello 231, esaminando come esso colli la responsabilità legale delle aziende con la loro responsabilità sociale ed ambientale. Prima di tutto, vedremo come il Modello 231 attribuisca alle aziende la responsabilità per certi tipi di reati, perpetrati da individui legati a queste organizzazioni.
Successivamente, ci concentreremo sull’idea che le aziende debbano assumersi una responsabilità più ampia, che va oltre il semplice profitto, per abbracciare aspetti sociali e ambientali che riguardano tutti coloro che interagiscono con l’organizzazione
Questo tipo di responsabilità si basa sulla volontà dell’azienda di agire bene, piuttosto che su obblighi legali, benché ci sia chi pensa sia tempo di rendere queste pratiche obbligatorie attraverso specifiche leggi sulla responsabilità sociale d’impresa (RSI).
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Esplorazione del Modello 231: tra Responsabilità Legale e Sociale
Il Modello 231 segna un punto di incontro tra la responsabilità legale delle aziende e la loro responsabilità sociale, evidenziando una stretta correlazione. Alcuni strumenti chiave per l’attuazione di questo modello, come il Codice Etico, derivano direttamente dal concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), mostrando un legame significativo tra questi due ambiti.
In questo articolo, puntiamo a delineare le caratteristiche fondamentali del Modello 231 e nei prossimi articoli approfondiremo:
- L’analisi delle nuove normative che ampliano le responsabilità amministrative delle organizzazioni, con un focus su salute e sicurezza sul lavoro
- L’esplorazione delle connessioni tra il Modello 231, la Responsabilità Sociale d’Impresa e il valore del Made in Italy
Il Decreto Legislativo 231 del 8 Giugno 2001 introduce un quadro normativo per la responsabilità amministrativa di enti e aziende, in caso di commissione di determinati reati. Questo decreto rappresenta un’innovazione legislativa di rilievo, superando il principio per cui una società non può essere ritenuta responsabile per reati commessi dai suoi membri, e uniformando il sistema sanzionatorio in Italia a quello degli altri Stati membri dell’Unione Europea.
Criteri di Responsabilità e ambito di applicazione del Modello 231
Analizzando più da vicino la normativa, emerge che per attribuire la responsabilità ad un’entità, è necessario che il reato sia direttamente riconducibile all’azienda, riflettendo la sua cultura organizzativa o risultando da carenze gestionali, come la mancata implementazione di misure preventive adeguate.
Il Modello 231 si applica a enti con personalità giuridica, escludendo lo Stato, enti pubblici non economici, e organizzazioni che svolgono funzioni di natura costituzionale. Si rivolge particolarmente a quelle imprese che interagiscono con la Pubblica Amministrazione e che, in questo contesto, potrebbero commettere specifici tipi di reati. Tuttavia, l’ente può evitare sanzioni dimostrando di aver adottato un sistema efficace di gestione e prevenzione dei reati, come previsto dallo stesso decreto.
La responsabilità amministrativa si attiva in caso di reati compiuti a beneficio dell’organizzazione, sia da parte di figure apicali che da soggetti a essi subordinati, se si dimostra che questi ultimi hanno agito senza il dovuto rispetto per gli obblighi di sorveglianza e controllo imposti dalla loro posizione. Di fronte a tali scenari, l’organizzazione si confronta con la complessità di gestire comportamenti interni che possono portare a conseguenze legali significative.
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Condizioni di Responsabilità Amministrativa per le aziende. Quando sei perseguibile?
Nello specifico l’ente incorre nella responsabilità amministrativa quando sussiste:
1. Imputazione oggettiva: La persona fisica deve avere commesso i reati indagati nell’interesse dell’organizzazione (anche senza un vantaggio materiale in termini di profitto) o a vantaggio dell’organizzazione (con un vantaggio materiale in termini di profitto, anche se il reato non è stato commesso nell’interesse dell’organizzazione stessa).
2. Imputazione soggettiva: La persona fisica titolare del reato deve essere collegata all’organizzazione che ha avuto vantaggio o interesse (ad esempio attraverso il rapporto di lavoro).
Come già evidenziato, l’organizzazione può essere esonerata dalle sanzioni qualora dimostri di avere implementato un Modello Organizzativo di Gestione e Controllo idoneo, ed in particolare qualora l’organizzazione chiarisca e renda evidente che:
- l’organo dirigente, antecedentemente alla commissione del fatto, ha adottato ed efficacemente attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quelli verificatisi;
- è presente un organismo interno dotato di poteri autonomi di iniziativa e controllo, col compito di vigilare sul funzionamento, l’efficacia e l’osservanza dei modelli, nonché di curare il loro aggiornamento;
- le persone fisiche hanno commesso il reato eludendo volontariamente i modelli di organizzazione e di gestione in modo fraudolento;
- da parte dell’organo, di cui al punto 2, non c’è stata omissione o inefficacia di vigilanza.
Articolo n2 – Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nel Modello 231
Il modello 231 prevede una serie di reati che introducono la responsabilità amministrativa dell’ente. Tali reati, ripresi e sinteticamente analizzati nel precedente articolo, sono sottoposti a continua revisione da parte del legislatore.
Cosa devono contenere i Sistemi di Gestione e Organizzazione?
Il Modello 231 stabilisce le specifiche necessarie per i modelli di organizzazione e gestione aziendale. Le aziende devono:
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Mappare le attività a rischio: Identificare le attività dove possono verificarsi reati, mediante:
- Interviste con i responsabili;
- Analisi di documentazione importante, come:
- Lo statuto societario;
- L’organigramma e la struttura organizzativa;
- Il regolamento interno;
- Documenti per l’adeguamento a normative (sicurezza, privacy, ecc.);
- Il Codice Etico, essenziale per il sistema di conformità al Modello 231;
- Verbali del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, e regole di Corporate Governance.
- Elaborare protocolli specifici per guidare la formazione e l’implementazione delle decisioni aziendali mirate alla prevenzione dei reati;
- Definire modalità di gestione finanziaria che prevengano la commissione di reati;
- Stabilire obblighi di informativa nei confronti dell’ente vigilante sull’adeguatezza e osservanza del Modello organizzativo;
- Introdurre un regime disciplinare per sanzionare le inosservanze delle norme del Modello organizzativo.
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