0%

Modello Organizzativo 231/2001: punto di incontro tra RSI e Responsabilità Amministrativa dell’Ente

Premessa:

Il Modello Organizzativo di Gestione e Controllo dei reati previsti dal Decreto Legislativo del giorno 08 giugno n. 231 del 2001 mira ad assicurare la messa a punto di un sistema modulato sui criteri specifici, definiti dal tale decreto, concernente la disciplina della responsabilità amministrativa delle società per tutta una serie di reati.
I principi del Decreto si applicano a  quelle organizzazioni che hanno una personalità giuridica ad eccezione dello Stato, degli Enti pubblici non economici e territoriali e dagli Enti che assolvono a funzioni specificatamente costituzionali.
Il Modello Organizzativo di Gestione e Controllo Ex.D.Lgs 231/2001 trova applicazione soprattutto in riferimento a quelle società che hanno come interlocutore la Pubblica Amministrazione e contro di essa possono potenzialmente commettere alcune tipologie di reati.
Se, tuttavia, la Società dimostra di avere adottato un modello di gestione e prevenzione dei reati corruttivi previsto dall’Ex D.Lgs 231/2001, tale responsabilità viene esclusa, evitando pesanti sanzioni a carico dell’Ente.

I soggetti e le tipologie di reato

La responsabilità amministrativa dell’Ente si verifica, secondo i principi dell.Ex D.Lgs 231/2001, per tutti quei reati commessi a vantaggio o nell’interesse dell’Ente stesso, da parte dei soggetti in posizione di vertice (legali rappresentanti, amministratori o dirigenti centrali o a capo di unità organizzative dotate di autonomia finanziaria e funzionale, compresi coloro che esercitano, anche di fatto, poteri di gestione e di controllo), oppure dai soggetti subordinati ai funzionari in posizione di vertice, qualora il reato sia stato commesso poiché questi ultimi non hanno osservato diligentemente gli obblighi di direzione e vigilanza.
Quali reati sono contemplati dall’Ex. D.Lgs 231/2001? Essi sono molteplici e si organizzano nelle seguenti fattispecie:

  • malversazione a danno dello Stato (art. 316 bis cod. pen.), indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316 ter cod. pen.), truffa a danno dello Stato o di un altro ente pubblico (art. 640, comma 2, n. 1 cod. pen.), truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640 bis cod. pen.) e frode informatica se commessa in danno dello Stato o di altro ente pubblico( art. 640 ter cod. pen.) [art. 24 D. Lgs. n. 231/01];
  • concussione e corruzione, anche nei confronti di funzionari pubblici stranieri (artt. 318, 319, 319 bis, 319 ter, 320, 321, 322, 322 bis e 317 cod. pen.).[art. 25 D. Lgs.n 231/01];
  • 3.) falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate (art. 453 cod. pen.), alterazione di monete (art. 454 cod. pen.), spendita o introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455 cod. pen.), spendita di monete falsificate ricevute in buona fede (art. 457 cod. pen.), falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo contraffatti (art. 459 cod. pen.), contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori bollati (art. 460 cod. pen.), fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata (art. 461 cod. pen.), uso di valori di bollo contraffatti o alterati (art. 464 cod. pen.) [art. 25 bis D. Lgs.n. 231/01];
  • false comunicazioni sociali (art. 2621 cod. civ.); false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori (art. 2622, co. 1 e 3 cod. civ.); falso in prospetto (art. 2622, co. 1 e 2 cod. civ.); falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle società di revisione (art. 2624, co. 1 e 2 cod. civ.); impedito controllo, se la condotta ha cagionato un danno ai soci (art. 2625, co. 2 cod. civ.); formazione fittizia del capitale (art. 2632 cod. civ.); indebita restituzione dei conferimenti (art. 2626 cod. civ.); illegale ripartizione di utili e riserva (art. 2627 cod. civ.); illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art. 2628 cod. civ.); operazioni in pregiudizio dei creditori (art. 2629 cod. civ.); indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art. 2633 cod. civ.); illecita influenza sull’assemblea (art. 2636 cod. civ.); aggiottaggio (art. 2637 cod. civ.); ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638, co. 1 e 2 cod. civ.) [art. 25 ter D. Lgs. n. 231/01];
  • delitti previsti dal codice penale o dalle leggi speciali, caratterizzati dalla finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico e reati commessi in violazione dell’articolo 2 della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo adottata a New York il 9 dicembre 1999 [art. 25 quater D. Lgs. n. 231/01];
  • art. 600 cod. pen. (riduzione in schiavitù), art. 600 bis co. 1 cod. pen. (prostituzione minorile), art. 600 ter co. 1 e 2 cod. pen. (pornografia minorile), art. 600 quater cod. pen. (detenzione di materiale pornografico), art. 600 quinquies (iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile), art. 601 cod. pen. (tratta di persone ), art. 602 cod. pen. (alienazione e acquisto di schiavi) [art. 25 quinquies D. Lgs. n. 231/01];
  • abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato previsti dalla parte V, titolo I-bis, capo II, del testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58. [art. 25 sexies D. Lgs. n. 231/01].

E’ da sottolineare, inoltre, che le decisioni quadro sviluppate dal Consiglio dell’Unione Europea prevedono (dal 2005) il perseguimento in sede penale per le società che attuino comportamenti contrari alla tutela dell’ambiente ed i fenomeni di corruzione nel settore privato.

Le sanzioni previste dal Modello Organizzativo di Gestione e Controllo

La società colpevole dei reati sopra esposti incorre in una serie di sanzioni più o meno pesanti che spaziano dall’applicazione di:

  • sanzioni pecuniarie per quote, da un minimo di € 258 fino ad un massimo di € 1.549  ciascuna, fino a un massimo di € 1.549.370,69 e sequestro conservativo in sede cautelare;
  • sanzioni interdittive di durata non inferiore a tre mesi e non superiore a due anni, che, a loro si sostanziano in:
    • interdizione dall’esercizio dell’attività;
    • sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla
    • commissione dell’illecito;
    • divieto di contrattare con la pubblica amministrazione;
    • esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l’eventuale revoca di
    • quelli concessi;
    • divieto di pubblicizzare beni o servizi;
  • confisca (e sequestro preventivo in sede cautelare);
  • pubblicazione della sentenza (solo in caso di applicazione all’Ente di una sanzione interdittiva).

È bene precisare che solo quando il reato sia stato compiuto da parte di determinati soggetti collegati alla società e che la condotta illecita sia stata realizzata nell’interesse o a vantaggio della società stessa, esiste la sua responsabilità amministrativa.

Il concetto di “interesse” si sostanzia nella volontà dell’autore (persona fisica) materiale del reato, di attivarsi avendo come fine della sua azione la realizzazione di uno specifico interesse dell’ente.
Il concetto di “vantaggio”, invece, fa riferimento ai risultati effettivi della condotta dell’autore del reato.

La responsabilità amministrativa della Società incorre anche nei casi in cui l’ìautore del reato, pur non avendo direttamente di mira un interesse dell’ente, realizza comunque un vantaggio in suo favore.

La funzione preventiva del Modello Organizzativo di Gestione e Controllo

La società si trova, quindi, di fronte alla gestione di una situazione complessa, derivante dal comportamento delle persone che in essa operano. Tale organizzazione può essere esonerata dalla sanzioni precedentemente espresse, qualora dimostri di avere implementato un Modello Organizzativo di Gestione e Controllo idoneo ed in particolare qualora l’organizzazione chiarisca che:
1. l’organo dirigente, antecedentemente alla commissione del fatto, ha adottato ed efficacemente attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quelli verificatisi;
2. è presente un organismo interno dotato di poteri autonomi di iniziativa e controllo, col compito di vigilare sul funzionamento, l’efficacia e l’osservanza dei modelli nonché di curare il loro aggiornamento;
3. le persone fisiche hanno commesso il reato eludendo i modelli di organizzazione e di gestione in modo fraudolento;
4. da parte dell’organo di cui al punto 2 non c’è stata omissione o inefficacia di vigilanza.

I contenuti e le funzioni principali del Modello Organizzativo di Gestione e Controllo

Il D.Lgs. 231/2001 delinea anche il contenuto che deve caratterizzare e sostanziare i modelli di organizzazione e di gestione. In relazione all’estensione dei poteri delegati ed al rischio di commissione dei reati, le società devono:

  • individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i Reati;
  • predisporre specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle
    decisioni della società in relazione ai reati da prevenire;
  • individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la
    commissione di tali reati;
  • prescrivere obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sul
    funzionamento e sull’osservanza del Modello organizzativo;
  • introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure
    indicate nel Modello organizzativo.

Responsabilità Sociale d’Impresa e Responsabilità Amministrativa: una forte connessione

Appare logico che la realizzazione dei modelli di organizzazione e di gestione possono essere adottati anche sulla base della realizzazione di un preciso Codice Etico, fondamentale strumento di Responsabilità Sociale d’Impresa. che mira, tra l’altro, a disciplinare e chiarire il modello di comprtamento dei dipendenti in relazione ai rapporti con gloi stakeholder della società (Pubblica Amministrazione, clienti, fornitori, ecc).

Si comprende, quindi come la responsabilità amministrativa dell’Ente e la responsabilità sociale d’impresa siano fortemente collegate tra loro. La gestione di efficaci politiche di RSI possono, infatti, sia incentivare che facilitare la società nella realizzazione di un Modello organizzativo di Gestione e Controllo idonea a prevenire la sua responsabilità amministrativa e le conseguenti sanzioni previste dal D.Lgs 231/2001.

I benefici del Modello Organizzativo di Gestione e Controllo

L’applicazione del Modello Organizzativo di Gestione e Controllo Ex. D.Lgs 231/2001 può apportare alla Società che lo attua, indubbi benefici, tra i quali si ricordano:

  • prevenzione dal pagamento di sanzioni molto pesanti per le imprese (alcune di esse mortali);
  • limitazione dei rischi (permette una maggiore efficienza dei processi);
  • aumento dell’efficienza aziendale (favorisce la condivisione delle informazioni e la programmazione di attività di controllo);
  • sviluppo di vantaggi competitivi (incrementa e migliora l’immagine dell’azienda nei rapporti con i clienti e con tutti i portatori d’interesse);
  • facilitazione dell’accesso al credito bancario (la presenza di un efficace Modello Organizzativo è un parametro importante di valutazione per la concessione).

Lascia un commento

Torna in alto