Un’inchiesta del quotidiano australiano The Sidney Morning Herlad ha puntato i riflettori sulla produzione della mica, un minerale fondamentale per l’industria della bellezza, e sulle relative multinazionali miliardarie. Il minerale è utilizzato nei prodotti cosmetici per le sue caratteristiche di brillantezza.
La maggior parte della mica utilizzata nel mondo proverrebbe dall’India e sarebbe estratta dai bambini, costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento. Poiché la maggior parte della produzione di mica in India sarebbe illegale, lo sfruttamento del lavoro minorile sarebbe altrettanto diffuso e avverrebbe senza regole. Bambini dell’età di 12 anni, o anche inferiore, lavorerebbero per giornate intere occupandosi dell’estrazione della mica.
Il lavoro è duro e pericoloso. I bambini sono esposti agli attacchi dei serpenti e ai morsi degli scorpioni. Le cave da cui viene estratto il minerale risultano di frequente soggette a crolli e i piccoli lavoratori sfruttati sono esposti a tagli, ferite e abrasioni della pelle, oltre che a malattie respiratorie anche molto gravi, come la bronchite, la silicosi e l’asma.
Secondo le indagini del Morning Herald, i bambini che lavorano in miniera guadagnano solo 5 rupie (5 centesimi di Euro) per ogni chilogrammo di minerale estratto. Una somma in netto contrasto con i guadagni garantiti dal commercio che la mica assicura sul mercato internazionale, che possono arrivare fino a 1000 dollari al chilo. Attorno alla produzione del minerale vi sarebbe in India (e forse non solo) un vero e proprio giro criminale. I minori che dovrebbero frequentare la scuola sono invece costretti a lavorare e sottoposti a sfruttamento.
L’azienda cosmetica australiana Napoleon Perdis, a cui appartengono i marchi MAC, Clinique, Bobbi Brown e Estee Lauder, ha dichiarato al The Sidney Morning Herlad che meno del 10% della mica utilizzata nei propri prodotti è di origine indiana e di non credere che i propri cosmetici possano essere associati al lavoro minorile. Altri giganti dell’industria cosmetica, come L’Oreal, Lancome, Redken e Maybelline, The Body Shop e Yves Saint Laurent avrebbero rifiutato di rispondere ad alcune domande riguardanti la provenienza della mica utilizzata nel cosmetici. Sarebbe dunque piuttosto difficile conoscere la reale località di estrazione del prezioso minerale utilizzato nei cosmetici.
Per evitare la mica, è sufficiente leggere gli ingredienti indicati nelle etichette. La sua presenza potrebbe essere indicata con il codice CI 77019, oppure con il termine di glimmer, oltre che semplicemente come mica.
Fonte: R.it