Si è scelta la giornata Mondiale della Normazione per presentare le prime anticipazioni sulla linea guida UNI ISO 26000.
La norma, che entrerà in vigore il prossimo 2010, ha visto durante il suo processo di definizione un contributo di circa 400 esperti in rappresentanza di Paesi sia industrializzati che in via di sviluppo.
I lavori che hanno portato al progetto di norma hanno visto la creazione di un tavolo multi-stakeholder, in rappresentanza di sei categorie di portatori di interesse:
• imprese
• governi
• lavoratori
• associazioni dei consumatori,
• organizzazioni non governative,
• ricercatori e associazioni di categoria
Tra gli elementi più interessanti del DIS (Draft of Standard) è la nuova definizione che viene data alla responsabilità sociale d’impresa, intesa come:
“assunzione di responsabilità da parte di un’organizzazione per le conseguenze delle sue decisioni e delle sue attività sulla società e sull’ambiente, attraverso un comportamento etico e trasparente”.
Siamo davanti ad una responsabilità “allargata” non solo alle imprese, ma a qualsiasi organizzazione pubblica o privata, governativa o non governativa.
Da sottolineare inoltre che la UNI ISO 26000 non rappresenterà una vera e propria certificazione, ma fornirà alle imprese e agli attori governativi le linee guida armonizzate e riconosciute a livello internazionale in materia di responsabilità sociale, basate sulle migliori pratiche e in accordo alle relative dichiarazioni e convenzioni delle Nazioni Unite, in particolare l’ILO e le linee Guida OCSE.
Nello specifico i criteri o linee guida di comportamento responsabile rivolti alle organizzazioni sono sette:
1. Responsabilità: l’organizzazione deve assumersi la responsabilità del suo impatto sulla società e sullo sviluppo. Deve accettare eventuali controlli e ha il dovere di risponderne.
2. Trasparenza: l’organizzazione deve essere trasparente in tutte le sue decisioni ed attività, in particolare in relazione alla sua natura, ai suoi obiettivi, ai risultati in termini di responsabilità sociale e alla provenienza delle sue risorse finanziarie.
3. Etica: l’organizzazione deve comportarsi sempre in modo onesto, equo e integro moralmente. In questo atteggiamento deve essere compreso il rispetto per persone, ambiente, animali e il rispetto delle esigenze di tutti coloro che in qualche modo sono coinvolti nella attività dell’azienda.
4. Rispetto degli stakeholders: l’organizzazione deve identificare tutti coloro che, direttamente o indirettamente, sono coinvolti nell’attività d’impresa e avere particolare attenzione per le loro necessità.
5. Rispetto della legge: l’organizzazione deve accettare che il rispetto del ruolo della legge è obbligatorio e che nessun individuo o ente è al di sopra di esso.
6. Rispetto degli standard di comportamento internazionali: conseguentemente, l’organizzazione dovrà aderire ai principi stabiliti a livello internazionale, e rispettarli il più possibile, nel caso in cui operino in Nazioni con una legislazione che entri in conflitto con queste norme.
7. Rispetto dei diritti umani: l’organizzazione deve riconoscere l’importanza e l’universalità di questi diritti ed evitare di trarre vantaggio da situazioni in cui tali diritti non siano rispettati.