Il 9 luglio 2007 è nato un nuovo standard per valutare il grado di responsabilità sociale delle imprese. Lo standard è nato dall’impegno di numerosi soggetti: Mani Tese, Action Aid, Arci, Amnesty International Italia, Fondazione Banca Etica, Ucodep, Movimento Difesa del Cittadino, Movimento Consumatori, fondazioni che hanno operato in concerto per sviluppare uno standard strutturato attraverso importanti criteri di valutazione.
La partecipazione di diverse categorie di portatori di interesse, l’ampio processo di coinvolgimento delle diverse parti della società civile (stakeholder engagement), per realizzare “Valore Sociale” ne dimostrano la validità. Infatti, la creazione di una standard di RSI, al pari di una seria politica orientata alla responsabilità sociale d’impresa, deve iniziare da un ampio coinvolgimento di stakeholder per potere avere requisiti di efficacia ed efficienza.
Inoltre lo standard non si limita a monitorare i soli impatti sociali in senso stretto ma è stato creato per valutare un ampio ventaglio dei comportamenti delle imprese: dai diritti umani all’impatto sul mercato, dall’attenzione riservata al consumatore alle proprie performance ambientali, per esempio.
Ulteriore elemento di novità dello standard Valore Sociale riguarda la grande sintesi finale della valutazione sul grado di responsabilità sociale dell’impresa che si esprimerà attraverso una sorta di rating, molto simile a quello utilizzato per quantificare l’efficienza energetica di alcuni elettrodomestici: dalla A (migliore valutazione ottenibile) alla G (peggiore valutazione ottenibile).
Lo standard Valore Sociale, che è stato presentato sabato 15 settembre 2007° Bologna, presso il SANA, il salone del Naturale a 360 gradi, quindi ha tutte le carte in regola per avere successo e, se applicato opportunamente dalle imprese, potrebbe innescare sul mercato un processo virtuoso orientato alla responsabilità sociale, con conseguenti benefici, sia per le imprese, sia per i consumatori.
Per saperene di più: www.valoresociale.it